Come ogni procedura medica l’anestesia non è scevra da rischi per il paziente. Il rischio è in parte causato dalla procedura, in parte dallo stato di salute dell’animale e in parte dalla gestione anestesiologica. I rischi connessi al tipo di procedura sono maggiormente di pertinenza chirurgica più che anestesiologica. Non è difficile comprendere che una pulizia dentale comporta dei rischi infinitamente più piccoli rispetto ad un intervento di chirurgia toracica, ma anche le condizioni del paziente che viene sottoposto a tali procedure influiscono notevolmente sul risultato. Poniamo l’esempio della pulizia dentale di cui sopra, se il paziente è un cane di sedici anni, cardiopatico e affetto da insufficienza renale, la procedura non sarà più una cosa di poco conto in quanto sono proprio i problemi che il cane si porta appresso a determinare la possibilità che si verifichino complicazioni.
Detto questo veniamo al terzo fattore, la gestione anestesiologica e il monitoraggio del paziente. Ogni animale sottoposto ad anestesia generale DEVE essere monitorato, ma cosa è corretto andare a controllare? Tanti tanti anni fa ci si accontentava di controllare che il paziente respirasse e si partiva dal presupposto che “se l’animale respira, il cuore batte e tutto va bene”, è davvero così? Grazie alla sempre maggiore disponibilità di tecnologie avanzate al servizio dei nostri animali adesso si può e si deve pretendere di più. I nostri pazienti vengono monitorati durante l’intera procedura per verificare l’attività elettrica del cuore (elettrocardiogramma), la pressione arteriosa, il ritmo e la meccanica respiratoria (spirometria), l’eliminazione di anidride carbonica (capnografia) e la temperatura corporea. A questo si aggiunge il controllo costante del livelli di anestetici inalatori e dell’ossigeno. Nei pazienti critici è utile aggiungere il monitoraggio della pressione arteriosa con metodica invasiva che ci permette una maggiore accuratezza nella misurazione e un controllo costante della pressione battito per battito e il monitoraggio della produzione urinaria.
L’ attenta valutazione del paziente da parte dell’anestesista prima della procedura ci permette di valutare le esigenze particolari del caso e scegliere gli accertamenti da fare, eventuali terapie da impostare ai fini di stabilizzare il paziente prima della procedura e programmare l’anestesia in modo che sia fatta su misura caso per caso.
Il rischio zero ancora non esiste ma se il paziente è seguito con le procedure migliori l’anestesia diventa una pratica medica sicura anche nei casi più complessi.